In un precedente articolo abbiamo sommariamente descritto i vari tipi di porte che è consigliabile prevedere all’interno dello studio.
Materiali e colori dovranno ovviamente armonizzarsi con l’immagine globale, ma in questa sede vorrei soffermarmi su quella del locale sterilizzazione che avevamo indicato in vetro.
Il motivo di tale scelta è che ritengo utile che i pazienti in transito in area clinica realizzino personalmente l’esistenza di tale spazio e l’uso che ne viene fatto.
Potrebbero infatti non conoscere a tale riguardo obblighi e protocolli ai quali lo studio sicuramente si attiene, ma meglio comprenderebbero l’attenzione prestata alla loro sicurezza a tutto vantaggio della qualità percepita.
Tale convinzione è ormai ampiamente diffusa e molto spesso si concorda di proceder in tal senso.
Al punto che a volto propongo un’estensione della superficie vetrata per rendere più impattante la vista da diverse angolazioni realizzando sul lato in continuità con il corridoio una vetrata in cui si inserisce anche la porta di accesso.
Quando le dimensioni del locale lo consentono, meglio ancora prevedere due ingressi in entrata ed in uscita seguendo la logica delle lavorazioni di passaggio da “sporco” a “pulito”.
In momenti di particolare intensità lavorativa i piani di lavoro potrebbero non essere sempre ordinati e sgombri.
Per tale motivo è bene applicare pellicole sulle superfici vetrate che permettano di intravedere l’interno, ma non ne consentano una visione integrale ed accurata.
Peraltro in genere il paziente è in transito ed accompagnato e quindi non ha la possibilità di soffermarsi a lungo.
Ma anche una visione filtrata e veloce non intacca le positive sensazione citate.