Tutti noi che operiamo nella categoria odontoiatrica siamo – o almeno dovremmo essere – confidenti in materia di controllo della gestione.
Ognuno – a seconda delle rispettive conoscenze, dell’impegno applicato e del background formativo ricevuto – ha fatto propri determinati principi e nozioni, economiche e pratiche, finalizzate al perfezionamento ed all’implementazione dell’operatività del proprio studio, di qualunque dimensione esso sia.
Tuttavia – almeno per quanto concerne la mia personale esperienza – se da un lato tali principi appaiono cristallini e necessari, dall’altro la loro applicazione si rivela ardua.
Nonostante la formazione ed il monitoraggio continui del personale, il processo di raccolta dei dati necessari avviene spesso in modo frammentario, tardivo ed inadeguato e l’interpretazione degli stessi ne risulta logicamente falsata, infruttuosa.
I motivi scatenanti possono essere di varia natura: dalla difficoltà di reperimento e di una corretta catalogazione/interpretazione dei dati allo scarso tempo a disposizione degli addetti, dalla mancanza di strumenti adeguati fino ad un organico sottodimensionato e così via.
Come accade in molti altri campi, la professione odontoiatrica sta vivendo un presente – ed è proiettata verso un immediato futuro – nel quale una puntuale consultazione ed un corretto utilizzo dei dati mirati al controllo della gestione assumono toni di imprescindibile necessità.
Certo, possiamo restare ancorati al passato appellandoci alle difficoltà cui accennavamo qualche riga sopra e convincere noi stessi che queste sono esigenze “elitarie”, ovvero riservate a realtà caratterizzate da dimensioni di una certa caratura ed adeguatamente strutturate. Ed è vero che, attualmente, entità di proporzioni minori si ritrovano afflitte da fattori quali l’elevato costo del personale – che riduce forzatamente le risorse umane disponibili e si traduce in una fattiva limitazione in termini di sviluppo – sommato al fiume di incombenze burocratiche quotidiane al quale, spesso e volentieri, è costretto a far da argine lo stesso odontoiatra, piuttosto di impiegare tempo ed energie – anche di carattere economico oltre che lavorativo – nell’attività clinica oppure in investimenti ed innovazioni che consentano un concreto miglioramento dell’operato e producano adeguata soddisfazione per una platea di pazienti che, giorno dopo giorno, si dimostra costantemente più esigente.
Vero, tutto vero… ma siamo sicuri che sia pure corretto?
La risposta è no!
Rinchiuderci in un’artefatta gabbia di imposizioni a discapito delle reali necessità lavorative, di fatto, è e sarà una scelta limitante, sempre. Si sopravvive, si va avanti – magari anche in maniera dignitosa – ma si imbocca un sentiero dal quale partono scarse diramazioni che affacciano su ancora più esigue prospettive di crescita. Scegliere di posporre il controllo della gestione – anche ad obblighi cui non possiamo esentarci – significa bloccare quel cardine su cui ruota qualsiasi attività lavorativa, incluse quelle del settore in cui noi tutti operiamo, quel cardine che dovrebbe, invece, essere costantemente controllato, curato e ben oliato.
Sì, belle parole… ma metterle in pratica?
Si tratta di compiere una scelta, di mutare la propria forma mentis. Si tratta di abbracciare l’evoluzione e comprendere che oggi, proprio in questo momento, essa è in grado di mettere a nostra disposizione delle armi con cui abbattere le barriere dell’immobilismo.
Il miglioramento e l’incremento dell’operatività – e della qualità lavorativa – di uno studio, assieme alla sua possibile crescita futura, non sono più legati a filo doppio con l’ampliamento delle risorse umane, se non da un punto di vista strettamente clinico.
Viviamo in un’epoca in cui l’informatica ha raggiunto livelli impensabili fino a pochi anni fa, un’epoca in cui tante attività umane sono ormai esclusivo appannaggio della robotica, più efficiente e meno onerosa.
Noi abbiamo scelto di applicare il medesimo principio, reinventando la gestione dello studio odontoiatrico – sia di piccole che di grandi dimensioni – ed affidandola ad un’intelligenza artificiale appositamente concepita, progettate e sviluppata, cui rimettere, assieme a molte altre incombenze, anche una tempestiva, puntuale e corretta raccolta dei dati. In piena sicurezza, senza impiegare ulteriori risorse umane e, soprattutto, lasciandoci liberi di scegliere cosa fare con il nostro tempo.
Di seguito pubblichiamo un breve sondaggio che ti potrà essere utile per definire la “diagnosi” dello stato di salute del controllo di gestione del tuo studio.
Questionario:
Il fattore economico.
- In base alla tua esperienza professionale, quanto può influire un accurato controllo della gestione – se correttamente e puntualmente eseguito – sull’operatività, sul fatturato e sulla possibile crescita economica di uno studio odontoiatrico?
- Non influisce, non applico il controllo della gestione.
- Influisce solo su studi di medio/grandi dimensioni.
- Influisce solo da un punto di vista economico.
- Influisce su tutti gli aspetti dello studio e può caratterizzarne sia l’andamento che lo sviluppo.
Il fattore rischio e il fattore umano.
- In base alla tua esperienza professionale, lo sforzo – economico, lavorativo e mentale – cui viene sottoposto un odontoiatra nel formare le risorse umane in materia di controllo della gestione – e non solo – produce dei reali benefici per il suo studio in relazione alle risorse impegnate? Qualora accada e ne consegua un trend positivo, lo stesso riesce a compensare il periodo che va dall’inizio della formazione fino al momento in cui i benefici iniziano a manifestarsi? Questo accade anche se la formazione del personale viene affidata a terzi? Nel caso in cui una risorsa umana, una volta adeguatamente formata, si renda non più disponibile quanto può essere pesante la ricaduta in termini economici ed operativi? Sostanzialmente, quanto e quando è accettabile il rischio di investire in una risorsa umana?
- Il rischio è sempre alto e presenta molte incognite.
- Il rischio è direttamente proporzionale alle dimensioni dello studio.
- Il rischio è accettabile solo per risorse umane in grado di generare produttività immediata.
- Il rischio è sempre accettabile.
Il fattore tempo e il fattore operatività.
- In base alla tua esperienza professionale, potendo demandare parte – anche consistente – di quelle incombenze di carattere non medico che assorbono buona parte del tempo di un odontoiatra – ed avendo l’assoluta certezza del loro corretto svolgimento – ne deriverebbero dei benefici in termini di operatività? Se sì, quali preferiresti demandare?
- Le pratiche burocratiche, il controllo degli incassi e la fatturazione.
- La pianificazione dell’agenda, sia per i pazienti che per i riuniti, e la comunicazione con i pazienti.
- La gestione dei fornitori e del magazzino.
- Tutte le precedenti e, se possibile, anche qualcun’altra.
Il fattore innovazione e il fattore fiducia.
- In base alla tua esperienza professionale, quanto possono incidere le innovazioni in campo informatico sulla produttività e sulla qualità operativa di uno studio odontoiatrico? Ritieni che sia possibile al giorno d’oggi affidarsi – demandando lo svolgimento di molti compiti in piena serenità – ad un’intelligenza artificiale in grado di svolgerli autonomamente e che non si riveli essere il “solito gestionale che devo sempre e comunque tenere sotto controllo”?
- Non saprei rispondere, la mia esperienza in questo campo è limitata.
- Sono dubbioso, i gestionali che ho utilizzato finora hanno deluso le mie aspettative.
- Sono curioso, ma non saprei in quali campi della mia attività potrebbe essermi d’aiuto.
- Sono favorevole all’innovazione e penso che un’intelligenza artificiale possa essere una valida risorsa.